Chi siamo

Nulla ci impedisce quindi di collegare la nostra critica alla critica politica, alla partecipazione politica, perciò alle lotte reali, e di identificarla con esse. Allora non affronteremo il mondo in modo dottrinario, con un nuovo principio: «qui è la verità, inginocchiatevi!» Attraverso gli stessi princìpi del mondo noi illustreremo al mondo nuovi princìpi. Non gli diremo: «Abbandona la tua lotta, è una sciocchezza; noi ti grideremo la vera parola d’ordine della lotta». Gli mostreremo soltanto perché effettivamente combatte, poiché la coscienza è una cosa che deve far propria. La riforma della coscienza consiste solo nel rendere il mondo consapevole di sè stesso, nel ridestarlo dal suo ripiegamento trasognato, nello spiegargli le sue proprie azioni.

K. Marx, Lettera ad Arnold Ruge, 1843.

Il circolo internazionalista «coalizione operaia» nasce a Roma nel novembre 2020, in piena crisi pandemica, come iniziativa dei membri del circolo “Francesco Misiano” cui hanno aderito altri militanti internazionalisti. Questo raggruppamento vuole essere espressione di un lavoro collettivo di riflessione e di studio, che si sforza di collocarsi all’interno del processo di autoattività storica della classe operaia. Una classe che rappresenta l’unica forza sociale in grado di cogliere oggettivamente e soggettivamente la contraddizione capitalistica fondamentale tra sviluppo delle forze produttive e rapporti sociali di produzione; in quanto unica classe ad instaurare un rapporto di antagonismo inconciliabile con il capitale nel suo processo di valorizzazione; in quanto unica classe a poter esprimere una prospettiva internazionale di rivoluzione sociale.

Convinti, con Marx ed Engels che

I comunisti si distinguono dagli altri partiti proletari solo per il fatto che da una parte essi mettono in rilievo e fanno valere gli interessi comuni, indipendenti dalla nazionalità, dell’intero proletariato, nelle varie lotte nazionali dei proletari; e dall’altra per il fatto che sostengono costantemente l’interesse del movimento complessivo, attraverso i vari stadi di sviluppo percorsi dalla lotta fra proletariato e borghesia

e che

Lo scopo immediato dei comunisti è lo stesso di tutti gli altri proletari: formazione del proletariato in classe, abbattimento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da parte del proletariato

il nostro obiettivo è quello di dare il massimo contributo possibile dal punto di vista dell’approfondimento teorico, inseparabile dall’impegno militante, alle battaglie che la classe operaia è e sarà chiamata a combattere contro la classe dominante e contro tutte le sue espressioni politiche e ideologiche, aperte o mascherate.

Siamo intenzionati ad aggiungere la nostra piccola ma determinata presenza al fianco della classe operaia, nelle lotte di oggi, ancora frammentate e parziali, e in quelle di domani, quando la spinta delle determinazioni materiali le generalizzerà, per cercare di favorirne uno sbocco che – se deve condurre al superamento del capitalismo – per noi non può che essere rivoluzionario.

Siamo comunisti, perché il nostro scopo è contribuire al superamento dell’attuale modo di produzione capitalistico – una società lacerata, contraddittoria e inefficiente, irrazionale e inumana – affinché possa realizzarsi una società che, dando piena soddisfazione ai bisogni materiali e intellettuali di ciascuno, sviluppi e valorizzi realmente le capacità e le potenzialità di ognuno, permettendo all’umanità di riconoscersi e di agire come tale. Questo è ciò che intendiamo per comunismo.

Siamo internazionalisti, perché consapevoli della fondamentale comunanza di condizione e di interesse dei lavoratori di tutto il mondo, al di sopra di tutte le divisioni nazionali, etniche, di confessione, di lingua di genere e quant’altro. Il nostro internazionalismo non è un sentimentale affratellamento di popoli e culture diverse, è piuttosto il riconoscersi come classe, come membri di una parte dell’umanità oggettivamente in guerra contro un’altra: la borghesia mondiale. Il nostro internazionalismo è il rifiuto dello sciovinismo e di ogni pregiudizio nazionale, usato dalle classi dominanti per dividere il proletariato, per sfruttarlo meglio e scagliarlo contro se stesso nei vari carnai delle guerre imperialistiche. Il nostro internazionalismo è inseparabile dalla consapevolezza che il comunismo o è mondiale o non è. Il nostro internazionalismo è il riconoscimento di un debito teorico nei confronti delle minoranze rivoluzionarie che si sono caratterizzate con tale aggettivo.

Si tratta per noi, senza presunzioni, di cercare di salvaguardare il patrimonio comune di tutte queste esperienze, facendo tesoro degli elementi validi di quelle elaborazioni e provando a svincolarsi dai loro limiti, senza difenderne acriticamente le debolezze e liberi di apprezzarne il contributo fornito all’interpretazione di un corpus teorico stabilito centosettant’anni fa.