A cura del Circolo internazionalista «coalizione operaia» e di Prospettiva Marxista
«…in ogni rivoluzione si manifestano, all’improvviso e come se spuntassero dal suolo, una moltitudine di forze potenti e di menti capaci di cui prima non si aveva alcuna idea. La causa risiede nel fatto che i legami che fino a quel momento avevano tenuto incatenati gli animi sotto la pressione della sobria vita quotidiana, vengono improvvisamente spezzati, che le considerazioni che erano state fatte e timorosamente mantenute fino a quel momento vengono gettate da parte. L’uomo si dispiega in tutto lo splendore delle sue capacità, l’entusiasmo lo travolge e, avendo davanti agli occhi solo il suo obiettivo ideale, combatte coraggiosamente e instancabilmente contro ogni forza che gli si oppone. Nulla gli sembra più troppo grande, nulla impossibile, tutti i calcoli razionali che un tempo aveva preso in considerazione per raggiungere un obiettivo più elevato gli sembrano meschini e indegni; osare con coraggio e vincere tutto o tutto perdere gli sembra l’unica cosa degna di lui. Un volo così alto degli spiriti migliori non manca di avere effetto anche sui freddi e sugli indifferenti, su coloro che sono impantanati nella lotta per i bisogni quotidiani; essi vengono catturati e trascinati senza resistenza nel vortice del movimento in cui si decide il destino di un’epoca.»
«Le fiaccole e i fuochi di guardia che per diverse notti consecutive illuminarono dai due monti le campagne e che potevano essere visti dai numerosi manieri circostanti, diffusero terrore e paura. Alla nobiltà dovettero sembrare torce funebri che ne illuminavano la rovina; erano segni minacciosi che il popolo oppresso e schiavizzato, stanco del giogo, stava finalmente rivendicando i propri diritti umani….»
In occasione dei 500 anni da quello che Engels nel 1850 definì «il più grandioso esperimento rivoluzionario del popolo tedesco» pubblichiamo nella sua prima traduzione in italiano – e nella sua seconda edizione in assoluto da 150 anni – l’opera di ricostruzione storica, destinata ai militanti rivoluzionari, di uno dei massimi dirigenti del movimento operaio in Germania del XIX secolo.

August Bebel (Colonia, 1840 – Churwalden, 1913)
Operaio tornitore, autodidatta, dopo essere stato tra gli organizzatori delle prime associazioni operaie in Germania, nel 1869 costituì con W. Liebknecht il Partito socialdemocratico tedesco, di cui divenne uno dei massimi dirigenti nonché deputato al Reichstag, distinguendosi per l’oratoria brillante ed appassionata. Internazionalista oppositore alla guerra del 1870 e all’annessione dell’Alsazia-Lorena, venne condannato per alto tradimento a due anni di fortezza, ai quali furono successivamente aggiunti altri nove mesi di reclusione per lesa maestà. Durante la prigionia, continuò la sua formazione di militante in quella che definì la sua “università carceraria”. Studiò gli autori socialisti, i classici greci e latini, opere di storia e di scienze naturali e apprese l’inglese e il francese. Sempre in carcere, scrisse La Guerra dei contadini in Germania e elaborò parte del materiale che confluirà successivamente ne La Donna e il socialismo (1879). Amico, collaboratore e corrispondente di Marx e di Engels, si oppose alle leggi antisocialiste e attaccò strenuamente il militarismo e il colonialismo tedesco. Eletto nel 1900 nell’Ufficio internazionale socialista, pur difendendo le posizioni teoriche del socialismo scientifico contro il revisionismo di E. Bernstein, assunse una posizione “centrista” per l’unità del partito e della Seconda Internazionale. Nel 1911, pronunciò il suo ultimo importante discorso di politica estera, mettendo in guardia il partito da qualsiasi politica bellicista. Tra le sue opere figurano Cristianesimo e socialismo (1874), Il periodo culturale arabo-maomettano (1884), Charles Fourier La sua vita e le sue teorie (1888) e Dalla mia vita (1911).
Indice del volume
Dicembre 2025, Serie rossa, 470 pagine, brossura, illustrato.
Contributo politico consigliato 20 euro più spese di spedizione
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