
È notizia di poche ore fa quella di un’operazione militare in cinque ondate effettuata da oltre 200 caccia dell’aeronautica israeliana che avrebbero sganciato più di 330 bombe su più di 100 obiettivi in Iran. Almeno 8 le città iraniane colpite dai bombardamenti: Teheran, il sito di Natanz, Ilam, Avaz, Tabriz, Esfahan, Arak, Kermanshah. Oltre a basi militari ed installazioni nucleari del Paese sarebbero stati colpiti anche alcuni dei vertici dello Stato Maggiore, dei Pasdaran e alcuni scienziati dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana. È iniziata l’operazione «Leone che sorge», che, stando ad alcune fonti, si proporrebbe anche un cambio di regime in Iran. Le autorità israeliane hanno diramato una mobilitazione d’emergenza dei riservisti e l’Iran avrebbe per ora risposto con il lancio di centinaia di droni.
L’amministrazione statunitense, che aveva definito “non imminente” l’attacco israeliano, aveva da qualche giorno provveduto ad evacuare il personale delle ambasciate USA nel Golfo Persico e, in seguito all’operazione dell’IDF, pur definendosi “non coinvolta”, ha dichiarato che «l’Iran non può possedere l’arma nucleare”.
Una “potenza amica” non meglio specificata aveva nel frattempo da giorni allertato il governo di Teheran sull’estrema imminenza delle operazioni militari israeliane.
È possibile un conflitto imperialistico di medie dimensioni nell’area, con tutto il suo tragico portato di morte e distruzione su scala industriale.
In un contesto in cui la borghesia israeliana è riuscita – ad un costo decisamente basso per Israele ma al prezzo di una sanguinaria mattanza di proletari palestinesi a Gaza, nella sostanziale indifferenza delle cancellerie internazionali – a liquidare con feroce efficienza le minacce politiche di Hezbollah e di Hamas, ad assicurarsi la neutralità di Damasco in seguito alla recente caduta di Assad e all’occupazione di parti del territorio siriano, era nell’aria un colpo ad oriente per mettere in ginocchio la fragile e storicamente avversa potenza regionale iraniana.
Oltre che rafforzare la posizione di Israele nell’area, le operazioni israeliane degli ultimi due anni, culminate con l’inizio delle operazioni belliche contro Teheran della scorsa notte, ribadiscono con fermezza quali siano le potenze imperialistiche che sono e che vogliono restare egemoni in Medio Oriente, lanciando un chiaro messaggio alle “potenze amiche” degli avversari di Israele e, soprattutto, degli USA.
Il relativo indebolimento della potenza imperialistica americana si misura con apparente paradossalità proprio attraverso l’intenzione di impiegare le proprie posizioni di forza per cercare di rallentare l’indebolimento stesso, in un contesto che vede i rapporti interimperialistici ancora nettamente favorevoli alla prima potenza mondiale, e i possibili sfidanti ancora lontani dal poter competere con essa sul piano strettamente militare nello scacchiere mondiale.
Seguiremo con attenzione l’evolversi degli eventi nella zona di faglia mediorientale.
Ciò che possiamo e dobbiamo dire sin da adesso, senza esitazioni, con fermezza e determinazione, prevedendo tutta una serie di sottili “distinguo” su “aggrediti ed aggressori”, di “doverose precisazioni”, di “graduatorie” e di veri e propri sbandamenti “campisti” da parte di una sedicente “sinistra rivoluzionaria” che tanta prova di sé ha dato negli ultimi anni, è che la natura del conflitto tra Israele e l’Iran è inequivocabilmente IMPERIALISTICA su entrambi i fronti, e che dunque il nostro dovere di COMUNISTI INTERNAZIONALISTI è quello di denunciarne qui e ora la natura reazionaria, di lanciare con le nostre purtroppo debolissime forze un messaggio a tutti i proletari dell’area, che, con ogni probabilità, con la mobilitazione bellica verranno ancor più aggiogati al carro nazionale – quello del fanatico disegno sciovinistico-clericale di una “Grande Israele” della borghesia di Tel Aviv come quello del regime teocratico e antioperaio degli Ayatollah del capitale:
L’UNICA VIA D’USCITA ALLE GUERRE DEL CAPITALE È LA GUERRA DI CLASSE, L’UNIONE INTERNAZIONALISTA DEL PROLETARIATO DEL MASHREQ, IRANIANO, ARABO E ISRAELIANO!
Circolo internazionalista «coalizione operaia» – Prospettiva Marxista
