Victor Serge – GRATTACIELI IN UN VICOLO CIECO

Pubblichiamo per il suo interesse un breve articolo di Victor Serge sul rapporto tra scienza e lotta di classe, occasionato dal famoso «Scopes Monkey Trial» il «processo della scimmia di Scopes» nel corso del quale un insegnante statunitense, John Thomas Scopes, venne condannato ad una multa di 100 dollari per la violazione della legge del Tennessee, detta Butler, che proibiva l’insegnamento della teoria dell’evoluzione nelle scuole dello Stato. Il testo apparve su La Correspondance Internationale del 25 luglio 1925. Traduzione dal francese di Rostrum, pubblicata nel n. 117 di Prospettiva Marxista, maggio 2024.


Il processo Dayton e la condanna del darwinismo. Cosa c’è di sintomatico nel più comico dei processi. La borghesia e il valore rivoluzionario della scienza.

Il tribunale di Dayton (Stati Uniti) ha condannato il professor Scopes a 100 dollari di multa per aver spiegato in base alla teoria dell’evoluzione le origini animali dell’uomo. Dodici giurati hanno risolto la disputa tra la Bibbia e Darwin. Sono state riconosciute circostanze attenuanti a Darwin? Ecco i farneticanti giudici di Mark Twain spogliati di tutto il loro prestigio da questa gigantesca farsa, scaturita non da un racconto umoristico ma dalla più seria realtà sociale. D’ora in poi sotto le pieghe della bandiera stellata di Washington e di Lincoln, in diversi Stati «liberi» della grande democrazia americana, si insegnerà che il mondo fu creato in sei giorni, dapprima i cieli e la terra, poi la luce, poi il riposo (Genesi 1, 1-6); che Adamo fu plasmato dal fango dalla mano dell’Onnipotente; che Eva fu poi tratta da una costola tolta ad Adamo mentre il primo uomo dormiva nel paradiso (Genesi II, 21). «Perché non è bene che l’uomo sia solo» (Genesi II, 18). Poi ci furono la mela, il serpente e… tutto lo scompiglio! Senza contare l’«ultima» guerra per il «Diritto» e la reincarnazione finale di Satana in Lenin. Se pensate che queste facezie siano troppo grossolane, è perché vi mancano il senso religioso e lo spirito americano.

Non ridiamo: si tratta in realtà di una cosa molto seria. Da quando Etienne Dolet[1] fu messo al rogo e Galileo fu costretto a abiurare le proprie scoperte, la storia non ha prodotto nulla di meglio in questo senso. In tre Stati degli Stati Uniti, Tennessee, Oklahoma e Carolina del Nord, la teoria scientifica dell’evoluzione è sovversiva. Presto sarà sovversiva anche in Texas, dove è stata approvata una legge… biblica che attende ora l’assenso di un senato di cowboy arricchiti. Sembra che l’evoluzione diventerà sovversiva anche in Florida, Kentucky e Georgia. Si ritiene che la legge rifletta in modo abbastanza accurato il grado di civiltà di un popolo. Quando una legislazione così originale viene imposta a qualche milione di “liberi cittadini”, è bene riflettere su di essa; e mentre ci si riflette si ricordano una serie di caratteristiche particolari per cui il paese del dollaro merita di attirare l’attenzione dei rivoluzionari.

C’è il Ku Klux Klan, con i suoi cappucci bianchi, le sue cerimonie notturne, la sua ferocia di piantatori reazionari, tutta una serie di linciaggi di neri e omicidi di bianchi. Ci sono gli scandali, Teapot Dome[2], petrolio, elezioni fraudolente, senatori e ministri comprati dai trust, un tanto al peso, come maiali salati. Minatori in sciopero mitragliati da veri e propri eserciti di crumiri. Migliaia di militanti operai imprigionati per anni dopo la guerra, in base all’Espionage Act approvato in tempo di guerra contro… lo spionaggio tedesco. La legge sul “sindacalismo criminale” che giustificava pene di vent’anni di reclusione. Le carceri modello; le esecuzioni con l’elettricità e, più recentemente, con il gas. Il 3° e 4° grado di “interrogatorio” della polizia che, infallibilmente, induce a “confessioni complete” da parte degli accusati. La pena di morte pendente per anni sui due libertari Sacco e Vanzetti, notoriamente innocenti. L’oblio calato sull’innocente Tom Mooney, murato vivo per anni in qualche penitenziario californiano. Il sistema Gompers e la grande corruzione dell’aristocrazia operaia. Le mafie reazionarie che governano l’istruzione superiore. La stampa, trustificata dai grandi corruttori al servizio dei grandi sfruttatori, e le sue idiozie illustrate della domenica, nutrimento spirituale di cento milioni di cittadini. Il boicottaggio di quel potente artista che è anche un grande uomo onesto, Upton Sinclair, costretto a pubblicare da sé i propri libri, stampati su carta da imballaggio perché ci si rifiuta di vendergliene altra (Upton Sinclair ha denunciato in opere rimarchevoli la corruzione delle Chiese, dell’istruzione e della stampa). La tragedia confina con l’apice del ridicolo. I linciaggi e la Bibbia seccamente purgata della parola “vino” senza riguardo per le nozze di Cana… E, oltre alle infamie, alle ridicolaggini, alle iniquità, ai crimini, alla stupidità, oro, oro, oro e oro!

Gli Stati Uniti possiedono la metà di tutto l’oro del mondo, la metà di tutta l’energia meccanica di cui dispone l’umanità. Hanno squadre di Napoleoni dell’industria e del denaro: Ford, Carnegie, Rockefeller, Morgan, capaci di salvare o strangolare a loro piacimento, ieri una Germania capitalista allo stremo, domani, chissà, una Francia imperialista persa nei debiti… I gas più asfissianti per la prossima guerra; le più grandi quantità dei motori più potenti, prodotti in serie; il maggior numero di automobili; i più confortevoli confort; i grattacieli più alti delle più alte cattedrali. Mettiamo tutto in superlativi e procediamo. Procediamo, a distanza irrispettosa, sotto l’occhio corrucciato dei miliardari.

Dai riti del Ku Klux Klan al processo di Dayton, tutto ciò che sta sul retro della medaglia (d’oro massiccio) può essere riassunto in cinque brevi parole: paura della rivoluzione. Lo stupefatto professor Scopes è stato definito «agente del bolscevismo» tanto spesso quanto «messaggero del diavolo» (sic.). I farmers e i capitalisti dello Stato del Tennessee, sostenuti da tutta l’opinione reazionaria degli Stati Uniti, affermano che gli anelli dell’ateismo, del materialismo, del determinismo scientifico, del socialismo scientifico – si legga bolscevismo – formano con rigorosa necessità un’unica catena, della quale ogni singolo anello presuppone tutti gli altri. Intendono sopprimere questa catena nella sua interezza. Rasentano il cretinismo soltanto nel modo in cui procedono, con le multe oggi, più energicamente, domani.

Ma questa scienza, così ostensibilmente condannata dai più stupidi reazionari americani, e condannata anche, con diversi gradi di abilità, da tutti gli altri, è opera della borghesia. La maggior parte delle verità durature o definitive che essa lascerà in eredità ai tempi futuri sono dovute alle ricerche delle generazioni intellettuali esclusivamente borghesi del XIX secolo. L’applicazione alla comprensione della natura di metodi sperimentali e di una tecnica il cui sviluppo era strettamente legato a quello della tecnica industriale l’ha resa ciò che è. Lo sviluppo della biologia e della fisica, ad esempio, non può essere separato da quello dell’industria siderurgica. Ogni progresso nella meccanizzazione ha avuto come causa ed effetto delle scoperte scientifiche. Ed è avvenuto che l’industria capitalista ha formato il proletariato e che il pensiero scientifico ha plasmato, armato la coscienza del proletariato. La scienza, dopo aver servito l’ascesa della società borghese, divenne nelle mani di Marx e Lenin l’arma dei demolitori di quella società, l’arma dei costruttori di un altro mondo, l’arma del proletariato. Da quel momento in poi, la borghesia, dominata dai suoi interessi di classe, non poté più contribuire allo sviluppo scientifico. Probabilmente è per questo che, alla vigilia e dopo la guerra, le dottrine religiose o i filosofi con tendenze mistiche, loro succedanei, hanno riscontrato un crescente favore da parte dei rappresentanti ufficiali della cultura borghese (accademie, ambienti ben pensanti).

Lo stesso è accaduto ben presto alla scienza che più minaccia l’ordine capitalistico, l’economia politica. In una delle sue prefazioni al Capitale, Karl Marx constata che l’economia politica si è sviluppata brillantemente in Inghilterra finché la lotta di classe non ha avuto grande estensione. Dal giorno in cui la lotta di classe divenne uno dei fattori essenziali della vita della società britannica «alla ricerca disinteressata subentrò la rissa a pagamento, alla indagine scientifica obiettiva subentrarono la coscienza inquieta e le cattive intenzioni dell’apologetica»[3]. Da allora, la lotta di classe, invadendo tutti i Paesi, ha invaso altresì tutti i settori della vita intellettuale. Presto non esisterà più – se esiste ancora – uno scienziato che possa, nelle sue più «pure» ricerche scientifiche, eliminare un secondo fine sociale. Pervenendo alla conoscenza delle leggi dello sviluppo capitalistico, la scienza è divenuta un fattore rivoluzionario. Un fattore esplosivo. Gli ignari borghesi americani lo proclamano del tutto ingenuamente. All’apice della prosperità, essi si rendono conto di aver costruito i loro grattacieli in un vicolo cieco.


NOTE

[1] Etienne Dolet (Orléans 1509 – Parigi 1546). Umanista francese, prese parte alla disputa sul ciceronianismo, scrivendo un Dialogus contro Erasmo; la sua opera maggiore sono i Commentariorum linguae latinae libri duo (1536-38). A Lione (dal 1538), si distinse come editore dei libri più anticonformisti o apertamente “eretici”: dal Gargantua dell’amico Rabelais agli scritti del Marot, a opere di riformati, ecc., per questo fu perseguitato, condannato e arso vivo.

[2] Il Teapot Dome fu uno scandalo che coinvolse l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti d’America Warren G. Harding (1921-1923). Il Segretario degli Interni Albert Bacon Fall aveva conferito ad alcune compagnie petrolifere private la concessione di estrazione nella riserva petrolifera presso Teapot Dome (Wyoming) e in altre due riserve in California, a tassi bassi e senza offerte competitive. I contratti di locazione furono oggetto di un’indagine da parte del senatore Thomas J. Walsh. Condannato a un anno di reclusione per aver accettato tangenti dalle compagnie petrolifere, Fall divenne il primo membro del gabinetto presidenziale ad andare in prigione. Nessuno venne invece condannato per aver pagato le tangenti. Prima dello scandalo Watergate, il Teapot Dome era ricordato come “il più grande e sensazionale scandalo della storia della politica americana”.

[3] K. Marx, Poscritto alla seconda edizione de Il Capitale, Il Capitale, Libro I, Utet, Torino, 2009, p. 75.

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