IL PROBLEMA DELL’ABBATTIMENTO DEL FASCISMO E’ IL PROBLEMA DELL’ABBATTIMENTO DEL REGIME BORGHESE


Discorso pronunciato da Ruggero Grieco a nome del Partito comunista d’Italia presso la Camera dei deputati alla seduta inaugurale della XXVII Legislatura, il 14 gennaio 1925. Cfr. https://storia.camera.it/regno/lavori.


Con la crisi innescata dal brutale omicidio di Giacomo Matteotti, nel giugno 1924, la recentemente sopravvenuta direzione gramsciana del Pcd’I si accodò alle “opposizioni” borghesi democratiche e socialdemocratiche nella miseranda fronda “aventiniana”, spalancando le porte del “fronte unico” di imposizione moscovita non soltanto agli opportunisti di ogni sfumatura ma persino ai partiti borghesi “antifascisti”, con la proposta di costituirsi in “Antiparlamento”.
In seguito al prevedibile fallimento di questi tentativi di abboccamento interclassista, la sinistra del Pcd’I, facendo tesoro dell’autentico insegnamento bolscevico – antiparlamentare per principio e tatticamente astensionista od elezionista – impose energicamente alla tentennante nuova direzione l’utilizzo della tribuna parlamentare per denunciare sia il fascismo e le sue manovre elettorali – più ordite che ardite – sia le flaccide opposizioni “legalitarie”; per ribadire la sostanza borghese della forma fascista e la necessità di abbattere la prima per liberarsi del secondo; per rimarcare il rigetto comunista dell’involucro “democratico” del capitalismo maturato imperialisticamente; per negare risolutamente che lo stesso Parlamento potesse rappresentare l’arena della lotta rivoluzionaria per il potere politico del proletariato.
Dopo l’audace intervento di Luigi Repossi del 12 novembre 1924, accolto con schiamazzi e minacce da parte degli “eroi” del manganello sotto scorta di polizia, il 14 gennaio 1925 toccò a Ruggero Grieco – allora ancora legato alla sinistra del partito e non ancora approdato ai limacciosi lidi della controrivoluzione stalinista – l’incarico di prendere la parola, frequentemente interrotto dal legittimissimo “figlio del secolo” dell’imperialismo in Italia, a nome della pattuglia rivoluzionaria del Pcd’I nell’Aula.
Malgrado le indubbie debolezze nella valutazione della profondità della crisi allora in atto, nonostante il mancato riconoscimento della ormai compiuta involuzione dello Stato operaio russo – assai poco sorprendentemente indicato dal Mussolini, intelligenza politica sensibile per istinto alle affinità elettive reazionarie – la dichiarazione, ispirata dalla sinistra del Partito comunista d’Italia, resta una valida ed intransigente rivendicazione dei princìpi del comunismo internazionalista.
A cento anni dalla sua coraggiosa lettura nel bel mezzo del “bivacco di manipoli” della Camera fascista, pubblichiamo dunque il resoconto stenografico di questa dichiarazione, ritenendola un significativo esempio di utilizzo rivoluzionario della tribuna parlamentare; un esempio dell’attitudine a non indulgere nel vano piagnisteo in caso di progressiva restrizione delle “libertà” politiche – mantenute solo nella misura in cui non impensieriscono la borghesia o finché quest’ultima non trova un avversario di classe tanto indebolito da poterle revocare –; e un esempio della consegna comunista di non cedere volontariamente un solo centimetro dello spazio legale che si valuti esistente e fruibile nell’ambito della lotta rivoluzionaria complessiva.

Circolo internazionalista «coalizione operaia» – Prospettiva Marxista


PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole Grieco.
GRIECO. Il progetto di legge elettorale, che viene oggi in discussione, è il riassunto, da parte del Governo, della situazione, ed è il tentativo inteso a volgere verso un determinato alveo le forze della situazione. La legge elettorale è la espressione parlamentare di questa situazione, la quale è rappresentata realmente da tutta una serie di compressioni poliziesche, che vorrebbero togliere ogni voce al proletariato.
Noi profittiamo di questa occasione per porre tutta la questione nel suo complesso e tirarne le conseguenze per ciò che riguarda i compiti e i doveri della classe lavoratrice e la posizione di questa nei confronti dei vari partiti e aggruppamenti della borghesia, cioè della stessa borghesia.
Noi vediamo confermate, nell’anno 1925, le previsioni che in cento occasioni, dinanzi alle masse, facemmo sugli aspetti della crisi della società borghese italiana e sugli sviluppi che questa crisi avrebbe presentato ed aperti.
Noi affermammo che l’attuale epoca storica ha aperto il periodo della lotta decisiva tra le forze politiche che possiedono i mezzi di produzione e di scambio e le forze proletarie, desumendo questa constatazione reale dall’esame dell’economia borghese dallo scoppio della guerra mondiale.
La guerra mondiale ha affrettato le condizioni di sviluppo dell’economia capitalista ed ha, perciò, accelerato il processo rivoluzionario, dal quale dovrà inevitabilmente uscire vittorioso il proletariato. Non è possibile analizzare questa crisi restando fermi nella considerazione della situazione italiana.
La interdipendenza dei rapporti tra il capitalismo dei diversi paesi (rapporti di soggezione ora, ed ora di predominio) è un prodotto gigantesco e mostruoso della creazione dell’imperialismo economico nel quale tutte le Nazioni capitalistiche sono trascinate, o come protagoniste o con rapporti di dipendenza. Una politica autonoma è consentita appena ai paesi creditori ed accumulatori della ricchezza ai quali – peraltro – il pericolo della ricchezza fa prevedere prossimo l’aprirsi di spaventevoli crisi.
E così mentre la spinta rivoluzionaria delle classi lavoratrici tende a stabilire un fronte di lotta internazionale, la necessità di difesa della borghesia, al di sopra dei conflitti che sorgono dalla natura istessa dei rapporti economici capitalistici, tra gruppi ed interessi borghesi, rende inevitabile lo stabilirsi di un fronte internazionale di lotta contro il pericolo della rivoluzione proletaria. Ma mentre il fronte proletario si fa ogni giorno più ampio e solido (e le persecuzioni delle borghesie lo educano alla resistenza ed alla lotta), il fronte capitalistico ha in sé le ragioni della sua debolezza e del suo disfacimento.
I problemi del pagamento dei debiti di guerra, i problemi della produzione e della vendita dei prodotti, i problemi delle materie prime e dei mercati, fanno sorgere nuovi e gravi problemi che si aggrovigliano e si intersecano aprendo contraddizioni economiche e contrasti politici profondi fra le varie Nazioni capitalistiche, alla risoluzione dei quali problemi sono vani tentativi le periodiche conferenze e la sottoscrizione di piani e di patti finanziari o di amicizia.
I conflitti tra gli Stati borghesi trovano apparenti e temporanee soluzioni, equivalenti a temporeggiamenti ed a rinvii. In realtà essi si aggravano, e le crisi dei salari, dei viveri, della disoccupazione, dimostrano che quei tentativi sono compiuti sulla pelle delle classi povere, degli operai e dei contadini, i quali vedono prospettarsi i giorni della fame quanto non furono già colti dai tormenti della fame o non ne morirono.
Lo stesso piano Dawes, il quale può rappresentare un ingegnoso metodo trovato dal capitalismo per assoggettare la Germania al capitalismo Anglo-Sassone, perché evita anche la presenza della guardia di colore dinanzi alle case degli operai tedeschi, che offende il puritanismo ipocrita degli affamatori di Londra e di New York; lo stesso piano Dawes, decantato ed osannato, significa un conflitto franco-anglo-germanico a brevissima scadenza.
Il proletariato tedesco dovrà lavorare dieci ore, dodici ore al giorno per permettere al Governo dei suoi padroni di sodisfare il pagamento delle quote annuali del piano Dawes.
Ma, per pagare, la Germania dovrà vendere, e per vendere dovrà conquistarci mercati, e per conquistare i mercati dovrà stabilire prezzi di concorrenza sui suoi prodotti. Ma la concorrenza dovrà essere fatta particolarmente ai danni dell’Inghilterra, cioè a danno degli operai inglesi. Questo meraviglioso tentativo di sistemazione del conflitto capitalistico tedesco – intesista – americano, è un raffinato espediente per strangolare il proletariato tedesco e metterlo contro il proletariato inglese.
Il proletario italiano saluta il forte ed eroico proletariato della Germania, l’esercito di Carlo Liebknecht e di Rosa Luxemburg, uccisi sei anni or sono dai servitori della borghesia tedesca, ed augura loro di vincere per lacerare il piano Dawes e tutti i trattati che i filibustieri di Versaglia e la borghesia tedesca stipularono per affamarlo…
(Rumori).
PRESIDENTE. Onorevole Grieco, la prego di riflettere che parliamo della legge elettorale!…
GRIECO. E non parliamo della crisi del proletariato inglese, il cui enorme esercito di disoccupati è mantenuto dallo sfruttamento dei colonizzatori sul proletariato delle colonie, sul lavoro degli schiavi nelle Colonie, degli schiavi dell’India, dell’Egitto, dell’Australia, i quali hanno tutto, tutto l’appoggio dei lavoratori del mondo nella sanguinosa lotta che combattono per la loro liberazione.
E la situazione dei popoli Balcanici, nella vicenda delle alleanze e dei conflitti (pedine della politica imperialistica dei paesi d’occidente) non è essa un tipico esempio della crisi europea e mondiale del capitalismo, insanabile?
E la strada su cui si pone la Francia dei diritti dell’uomo e di tutte le sifilidi (Rumori); la reazione che si scatena contro le classi lavoratrici della Francia non è un segno della crisi economica e sociale che si approfondisce in questo paese?
Ed osserviamo la situazione del nostro Paese dopo la guerra. La nostra borghesia si è trovata di fronte all’impeto delle classi lavoratrici, nell’impossibilità di risolvere la crisi che anche per essa si è aperta, ma non rinunciando certo ai tentativi più disperati per risolverla.
Il proletariato italiano ha perduto, nel 1918-1920, l’occasione di vincere la borghesia e di impadronirsi del potere politico. La rivoluzione è solo in piccola parte un problema di volontà. Quelli che ci dicono, talvolta: Se volete la rivoluzione, perché non la fate? oppure: Quando fate questa benedetta rivoluzione?, non sono provvisti di quegli elementi indispensabili ad ogni comunista, ad ogni marxista, per determinare le possibilità della insurrezione e dell’epoca nella quale essa potrà scoppiare.
Nel 1919 noi abbiamo avuto gli elementi obiettivi per la rivoluzione operaia. La situazione reale, i rapporti fra le forze politiche in moto, erano straordinariamente favorevoli ad assicurare la vittoria rivoluzionaria delle classi lavoratrici.
Una voce. Non ne avete avuto il coraggio!
GRIECO. Ma al proletariato mancò il partito di classe che possedesse una chiara, evidente dottrina rivoluzionaria, ed una forte organizzazione.
È evidente che la critica al periodo 1918-1920 deve principalmente contenere una critica al partito socialista.
Il partito comunista è sorto dalla critica degli sviluppi di questa situazione, come partito della avanguardia rivoluzionaria della classe lavoratrice. Ma se la borghesia ha vinto contro le organizzazioni dei lavoratori, non ha niente affatto risolto la sua crisi, la quale oggi si presenta di una tale gravità che non può essere celata dalla scenografia del fascismo o dai canti di guerra delle camicie nere. Ma perché, o signori, la crisi della società borghese non è stata risoluta malgrado la sua vittoria armata contro il proletariato?
Non era stato detto da molti, da tutti i rappresentanti della nostra borghesia, che l’ostacolo il quale impediva l’assetto politico economico e sociale del dopo guerra era la minaccia bolscevica? Noi abbiamo letto che qui e nell’altra Camera, pochi giorni addietro, è stato affermato dal capo del fascismo che esiste un pericolo bolscevico, e ciò a distanza di oltre due anni dal 1922.
Perché l’ordine fascista è turbato da questo incubo dell’insurrezione proletaria?
MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri. Non è turbato.
GRIECO. Non ha, esso, alfine, restaurato il principio di autorità dello Stato, assicurato il profitto al capitalismo industriale ed agrario, creato il benessere – come ci viene ripetuto – alle classi lavoratrici? E come mai, sullo sfondo di questo arcadico paesaggio salterebbe fuori la ossessione panica del pericolo bolscevico?
Gli è, o signori, che la violenza cui ha potuto ricorrere la borghesia per spezzare l’impeto rivoluzionario delle classi lavoratrici, ha solo alla superficie creato l’apparenza di un ordine – così per dire – ricostituito. La crisi italiana si è aggravata. Qualunque altro espediente sarà trovato dalla borghesia italiana per correre ai ripari non potrà che renderne sempre più evidenti le proporzioni. Il fascismo è stato ed è la guardia della borghesia. (Vivi rumori).
MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri. Ma se una parte della borghesia è contro di noi!
GIUNTA. E noi l’abbiamo salvata!
GRIECO. Esso è sorto…
PRESIDENTE. Onorevole Grieco, le devo ricordare che l’articolo 83 del regolamento consente ai deputati di leggere il loro discorso, ma la lettura non può in nessun caso eccedere la durata di un quarto d’ora.
Trascorso quindi un quarto d’ora io dovrò toglierle la facoltà di parlare, se ella continuerà a leggere.
Ella può continuare a parlare quanto vuole, purché non legga.
Voci all’estrema sinistra. Comincia male!
Voci a destra. Lo lasci leggere!
GRIECO. Esso è sorto, alimentato ed armato dalle forze capitalistiche e dai partiti borghesi, dai partiti e dai Governi i cui uomini, in gran parte, fanno oggi il vieni meco alle classi lavoratrici per servirsene a cavar la castagna fascista dal potere.
(Interruzioni — Rumori).
Ma il fascismo non ha risolto nessuno dei problemi vitali della crisi economica italiana, limitandosi alle eccentricità di una politica di dubbio gusto provincialesco le quali non hanno fatto diminuire la circolazione cartacea, hanno deprezzata la moneta in modo non raggiunto mai prima d’oggi, hanno rialzato i cambi, hanno ricacciato i salari operai a ciò che erano 25 anni fa (Rumori vivissimi), hanno affamato i contadini poveri…
Una voce all’estrema destra. Ma questo non è assolutamente vero!
GRIECO. …hanno portato il costo della vita a cifre inverosimili. La situazione economica è aggravata. Le arti della ragioneria generale dello Stato, e i discorsi del ministro delle finanze non possono distruggere questa realtà: le condizioni degli operai e dei piccoli contadini, dei salariati rurali della piccola borghesia sono disperate. (Interruzioni — Rumori).
PRESIDENTE. Non interrompano, onorevoli colleghi!
GRIECO. Il cosiddetto pericolo bolscevico, cioè la possibilità permanente della insurrezione delle masse operaie e contadine, cresce in diretto rapporto con l’aggravarsi di questa situazione generale.
Il pericolo bolscevico è il riflesso della vostra impotenza. In questo senso la minaccia insurrezionale del proletariato è all’ordine del giorno, e la politica fascista ne precisa i bersagli, ne chiarifica l’ampiezza, su tutta l’area.
Signori, per noi non esistono pregiudiziali morali che possano valere a distaccare alcuni capi comunisti della classe borghese dalla classe nel cui interesse essi hanno compiuto i delitti da cui nasce la questione morale. Il trincerarsi dietro pregiudiziali morali è sempre servito a mascherare l’opportunismo politico od il tradimento verso i propri programmi e le proprie dottrine.
Nel passato abbiamo avuto altri episodi di pregiudiziali cosiddette morali.
L’anticlericalismo borghese non fu esso un terreno per un accordo fra i partiti della democrazia ed i partiti proletari allo scopo di attutire i contrasti di classe e soggiogare, così, il proletariato agli interessi della borghesia? Più tardi un’altra parte dei dirigenti proletari ha trovato, in un’altra pregiudiziale, il terreno su cui effettuare il suo passaggio al nemico: quella dell’antigermanesimo, dell’antimedioevalismo, della barbarie teutonica, ecc. Da questo pregiudizialismo morale sono sorte anche – se vogliamo mantenere il gergo – molte immoralità, e sono venuti fuori, come sappiamo, i capi del nostro fascismo.
Si cerca, ora, di fare, di un’altra pregiudiziale, il perno di tutta la lotta politica italiana. Le opposizioni affermano dinanzi alle masse che il fascismo deve essere combattuto, prevalentemente, come espressione di delinquenza comune, e non invece – come noi affermiamo – quale espressione di tutta la società borghese, nel suo complesso, e quindi anche delle opposizioni.
E, infatti, o signori, chi ha finanziato il fascismo? Onorevole Giolitti, chi ha fornito armi e munizioni ai fascisti! (Ilarità — Commenti).
Chi, se non il Duca di Cesarò ed i popolari erano al Governo con i fascisti durante la strage di Torino? Chi, se non gli attuali massimalisti, ha – nel luglio 1921 – firmato il patto di pacificazione del quale l’assassinio Matteotti, se ben si consideri, è naturale filiazione?
Chi ha fornito all’avvento fascista il necessario Ministero Facta di cui faceva parte l’onorevole Amendola come ministro delle Colonie (Ilarità — Rumori) suo malgrado, e non alla guerra, per volontà fascista?
Il giudizio sui capi fascisti sarà pronunziato, non c’è dubbio, quali siano le vicende della polemica attuale fra le varie correnti politiche borghesi, nello stesso momento in cui tutta la borghesia sarà giudicata dai tribunali rivoluzionari, (Commenti) in assenza di altre istanze. In questo momento il giudizio contro il fascismo sarà davvero ampio: esso sarà il giudizio contro gli istituti borghesi rappresentativi ed esecutivi, dagli altissimi ai minori. La morale non ha mai regolato gli sviluppi storici della società. La morale proletaria è quella di prepararsi a sconfiggere con la forza il suo nemico e ad impadronirsi del potere politico. Questa nostra affermazione di principio non significa che noi rinunziamo a determinare le responsabilità individuali. Non è per noi senza significato e senza importanza che un capo di Governo borghese possa essere accusato, e presso l’opinione pubblica piccolo borghese convinto di partecipazione ad un delitto. In questo senso la questione morale ha per noi una portata rivoluzionaria. Essa è l’indice di una totale disintegrazione della società. Dopo il delitto Matteotti, il cui processo vero non sarà fatto nelle aule cui presiede la giustizia di malaffare… (Rumori vivissimi).
ROCCO, ministro della giustizia e degli affari di culto. Protesto a nome della magistratura italiana. Non è lecito che si parli così! (Applausi vivissimi).
PELLIZZARI. È lei un uomo di malaffare, se dice questo.
PRESIDENTE. Onorevole Grieco, non le permetto questo linguaggio! La richiamo all’ordine.
GRIECO. …noi ponemmo la lotta contro il fascismo come problema immediato, ma sapevamo che l’abbattimento del fascismo avrebbe voluto dire la insurrezione proletaria.
Fu subito allora che le opposizioni mostrarono la loro natura, alle masse più accorte: i partiti socialdemocratici che delle opposizioni fanno parte, con discorsi reticenti, con allusioni furbesche, con articoli miracolisti, dettero ad intendere alle masse che il fascismo sarebbe stato abbattuto dalle opposizioni.
Molte masse hanno creduto, dapprima, che le opposizioni avessero armi ed armati (meravigliosa perspicacia delle masse che sanno come si risolvano certe situazioni): ma le opposizioni avevano soltanto dei terribili documenti!
Ora quei partiti social-democratici, che hanno tutto un seguito di masse, dovendo compiacersi della propria tattica, vogliono sia riconosciuto che l’unica lotta contro il fascismo è stata quella condotta dalle opposizioni. Noi dobbiamo dire alle masse che questa tattica non ha servito se non a permettere che il Governo rafforzasse le sue posizioni (Approvazioni): i tentennanti capi dell’Industria e della Agraria, hanno infatti deciso di non abbandonare il fascismo. La politica pacifica dei partiti social-democratici è, certamente, una formidabile alleata del fascismo. Altro che la strampalata alleanza tra noi ed il Governo di Mussolini attraverso Mosca!
La politica pacifista e le campagne morali, generano indubbiamente antifascismo, ma di quello che resterà in attesa che quattro o cinque strateghi del parlamentarismo gli ammanniscano il democratico Governo ben fatto, e prendano la cura di spazzare via il fascismo!
Poiché il problema dell’abbattimento del fascismo è il problema dell’abbattimento del regime borghese, esso non può essere risoluto se non dalle grandi masse operaie (Interruzioni Approvazioni) e contadine, attraverso una preparazione ed una propaganda quotidiana, ostinata ed intensa che dia a tutte le masse questo convincimento: la lotta contro il fascismo sarà opera degli operai e dei contadini.
Sul cadavere del fascismo passerà soltanto il proletariato vittorioso. (Commenti Rumori).
Chi non riconosce questa verità ha talvolta, lo sappiamo, degli atti di disperazione e delle parole gravi, dai quali esce più facilmente lo sterile tentativo terroristico individuale che, peraltro, è sintomo di un disagio che non si può definire per timore della verità rivoluzionaria che ne balzerebbe fuori.
È il proletariato che deve succedere al fascismo (e quando usiamo in questo modo la parola fascismo consideriamo quel periodo più o meno lungo in cui la borghesia ricorre a mezzi straordinari di lotta contro il proletariato, non preoccupandoci di vedere o non al Governo il signor Mussolini).
È il proletariato che deve succedere al fascismo con i propri istituti di Stato, che la esperienza ci dice essere i consigli degli operai, dei contadini e dei soldati.
Le masse intermedie fasciste della sesta giornata, in attesa della giornata settima dell’antifascismo; queste masse non hanno una soluzione alla crisi storica del capitalismo. Queste masse dovranno convincersi che solo gettandosi coraggiosamente dalla parte della classe lavoratrice, potranno un giorno veder tutelati i loro interessi e uscire dalla pidocchiosa miseria, cui i pregiudizi borghesi e le convenzioni sociali attuali danno i contrasti della tragedia.
Non è quindi solo per una pregiudiziale morale che noi siamo contro il fascismo. Se mai, esiste un duello a morte tra due morali: quella del capitalismo borghese e quella della rivoluzione proletaria. Così il nostro atteggiamento parlamentare non ha l’ostacolo di pregiudiziali morali. Se noi fossimo sensibili ai princìpi della morale piccolo-borghese corrente, per lo meno quanto lo sono i nostri social-democratici, evidentemente diserteremmo il Parlamento, perché nulla ci parrebbe più offensivo alla nostra onorabilità che frequentare questo ambiente. (Commenti Interruzioni). Ma noi non abbiamo scrupoli di tale natura.
Noi ci serviamo del Parlamento per agitare le nostre parole d’ordine, come di una occasione per la agitazione e la propaganda. Ecco perché oggi interveniamo in questa discussione.
Qual è la situazione nella quale viene presentata la riforma della legge elettorale?
Una voce. Finalmente!
GRIECO. Tutte le vostre vie conducono alle elezioni. (Interruzioni Si ride).
Qual è la situazione nella quale viene presentata la riforma della legge elettorale?
Vi è un conflitto parlamentare fra il fascismo e le opposizioni. La borghesia, dopo aver affidato al fascismo la difesa del regime e le redini del potere, cerca di normalizzare il fascismo di Governo. In questo fatto si legge uno dei sintomi della crisi generale della borghesia, sintomo che si verifica anche in altri paesi d’Europa: la impossibilità per la borghesia di costituire governi stabili. La frequenza delle elezioni in Francia, in Inghilterra, in Germania e in Italia dimostra la tormentosa ricerca di un governo. Neppure i governi conservatori, neppure le dittature fasciste, sono stabili. Il fascismo del ’25 non vorrà confermare la formula del 12 per 5 delle quasi radiose giornate dell’autunno 1922 (Interruzioni). Il Governo più stabile che vi sia in Europa è il Governo dei Soviety… (Interruzioni). MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri. Perché non c’è!
GRIECO. Questa stabilità del Governo dei soviety non è il prodotto della applicazione di un sistema di terrore e di violenza… (Interruzioni Commenti ironiciSi ride). Il Governo di Mussolini dovrebbe essere bene informato a questo riguardo!
MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri. Difatti c’è la crisi Trotsky, la quale dimostra che non c’è nulla di solido nemmeno là!
GRIECO. D’altro canto, ancorché fosse vero che la stabilità dell’unione soviettista fosse il risultato di un regime di violenze, bisognerebbe riconoscere che la borghesia non può più salvarsi neppure con un regime di violenza, e che la violenza ha valore solamente se accompagni un processo storico rivoluzionario effettivo e profondo. (Applausi all’ estrema sinistra — Interruzioni).
Nel conflitto tra fascismo e opposizioni non si riscontra un conflitto fra il parlamentarismo costituzionale ed un regime antiparlamentare. Il fascismo non è né per l’una cosa né per l’altra; e forse anche per questo motivo dovrà essere sostituito al Governo. Il fascismo non ha il coraggio d’essere un sistema parlamentare, ma non può essere neppure una dittatura effettiva. (Interruzioni). Dopo tanto parlare di forza e di violenza, il fascismo escogita delle soluzioni parlamentaristiche. Le elezioni e le leggi elettorali che esso escogita, appartengono allo stile del più basso parlamentarismo… (Interruzioni).
Il conflitto fascismo-opposizione, che prepara i più impensati avvenimenti di cronaca, si deve interpretare come un bisogno della classe borghese di trovare una via per uscire dalla crisi che la minaccia. Il fascismo è fallito alla prova. Se esiste un pericolo comunista, ciò dimostra che voi siete in fallimento (Interruzioni). Volevate spezzarci la schiena e noi siamo più forti. L’orientamento verso il comunismo da parte degli operai e dei contadini è assai più vasto di quanto non fosse nell’autunno 1922, e forse anche del 1919-1920. (Interruzioni Commenti). Se ne manifestano ogni giorno i segni.
Quale è stata la lotta effettiva delle opposizioni al fascismo? Le opposizioni hanno negato che la lotta contro il fascismo potesse essere posta sul terreno della forza. E perché? Perché una lotta violenta contro il fascismo significa la chiamata in lizza del terzo fattore della situazione: della classe lavoratrice, la quale, quando si muoverà, non si fermerà a sottoscrivere i princìpi politici del Governo democratico. (Commenti).
FARINACCI. Lo abbiamo detto anche noi questo!
GRIECO. Noi non vogliamo negare che larghi strati medi siano stati conquistati da questa campagna; ma ancor quando il censimento di questi strati desse alle opposizioni la constatazione di essere seguite da numerose schiere, sarebbe per questo fatto risolta la lotta antifascista?
Le opposizioni non si possono mettere sul terreno della forza, il quale rappresenta un pericolo per le sorprese della apparizione del terzo fattore della situazione, degli operai e dei contadini.
Il recente colpo di forza del Governo fascista contro le opposizioni ha dimostrata la debolezza dell’opposizione e l’insufficienza dei suoi metodi di lotta. Peraltro è prevedibile che si giungerà al compromesso. Al compromesso fra fascismo e opposizione… (Commenti Rumori Interruzioni).
MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri. No, no.
GRIECO. Al compromesso tra fascismo ed opposizione si giungerà attraverso sorprese nella situazione e attraverso vicende più o meno lunghe. Noi vediamo il compromesso in una sintesi dello sviluppo della situazione, da un punto di vista che chiameremo storico. Non possiamo prevedere le forme di questo compromesso e quale ne sarà la portata; ma da esso il fascismo, come movimento, non uscirà debellato. La borghesia avrà ancora bisogno del fascismo. Le forze borghesi si unificheranno contro il proletariato. Noi assisteremo al superamento di molte pregiudiziali morali non risolute.
Noi ripetiamo oggi la stessa affermazione fatta all’indomani del delitto Matteotti, affermazione che è divenuta il tema accettato da larghe masse di lavoratori: nell’intervento del proletariato nella lotta, è la soluzione che noi diamo alla crisi della società borghese italiana: soluzione soviettista, Stato operaio.
Trova un vasto consenso la parola della costituzione dei comitati operai e contadini, per la riscossa contro il fascismo e contro la borghesia. Nelle città e nelle campagne si manifesta un orientamento delle classi lavoratrici verso il programma di lotta indicato dall’Internazionale comunista, dal quale discende la tattica del Governo contro le organizzazioni proletarie.
Gli ultimi provvedimenti di polizia sono stati certamente emanati per colpire i lavoratori, le loro organizzazioni, la loro stampa. (Rumori). Gli arrestati appartenenti ai partiti borghesi sono stati rimessi presto in libertà; la stampa borghese non è stata soppressa.
Le riforme dei codici che si annunziano saranno certamente intonate al concetto di aumentare il rigore delle leggi contro ogni attività politica del proletariato.
Il progetto di legge sulle associazioni, poiché non sarà mai, ripetiamo mai, applicato contro la massoneria, tende ad ostacolare l’organizzazione rivoluzionaria del proletariato che, peraltro, saprà affrontare anche questa nuova persecuzione. (Rumori).
La stessa legge elettorale è un mostruoso e provocatorio provvedimento per annullare in diritto ed in fatto il suffragio universale. Il suffragio universale rappresenta una conquista politica del proletariato. È vero che esso serve egregiamente all’esercizio della dittatura borghese, ma salva i princìpi e riconosce l’uguaglianza di voto per tutti i cittadini.
La presentazione di questo progetto di legge dimostra che le organizzazioni proletarie sono una forza sempre più imponente. Quando nel 1919 la minaccia proletaria incombeva sulla borghesia, fu allestito il progetto di legge col sistema della proporzionale, il quale decurtò notevolmente il numero dei rappresentanti al parlamento della classe lavoratrice.
Il 6 aprile scorso si comprese che col sistema proporzionale le forze proletarie avrebbero avuta una affermazione notevolissima, e fu immaginata una legge truffaldina che doveva assicurare al Governo, con l’ausilio di una organizzazione centralizzata per il broglio e la violenza, la vittoria. Oggi si ritiene che la legge del 6 aprile darebbe, malgrado tutto, delle sorprese. Ed allora si escogita una più lambiccata legge nella quale sono studiati attentamente i modi per impedire che gli operai e i contadini possano affermarsi come la forza politica preponderante della Nazione. (Rumori).
Noi osserviamo questo progetto di legge come un sintomo della situazione generale. Noi ci rivolgiamo alle masse per dire loro che nessun Governo della borghesia concederà il diritto del vero suffragio universale e del libero voto. Non è attraverso la conquista della maggioranza negli istituti rappresentativi che il proletariato vincerà la borghesia.
Comunque la conquista di questa maggioranza è impossibile. La proposta di legge attuale conferma e rende chiara, anche agli elementi più arretrati, questa verità: la borghesia esercita il suo dominio con la dittatura.
Ebbene, gli operai e i contadini eserciteranno il loro dominio con la dittatura.
Noi possiamo trovare migliore o peggiore una legge e possiamo trovare che la legge che si discute è peggiore della precedente e che quella è peggiore dell’altra che l’ha preceduta.
Tali constatazioni, specialmente in questa situazione, hanno una importanza assai relativa.
Il disegno di legge è un ottimo argomento per la nostra propaganda rivoluzionaria e noi lo commenteremo adeguatamente alle masse. La nostra tattica elettorale vuole che noi profittiamo dei comizi per agitare il nostro programma rivoluzionario.
Non abbiamo una pregiudiziale (Interruzione) elezionistica come non ne abbiamo una antielezionistica. Non è improbabile che interverremo ai comizi che saranno indetti sulla base di questa legge, che sarà certamente adottata…
Voci. Ne siamo convinti!
GRIECO …o di altra più spudoratamente reazionaria. Noi diremo agli operai ed ai contadini: vedete a che punto giunge la borghesia per impedirci di vincere? Sulla base del diritto costituzionale voi potreste conquistare la metà più uno di mandati parlamentari e stabilire un vostro governo; ma quando voi, trascinati da capi legalitarii e vegetariani (Si ride) vi accosterete, come nel 1919 e nel 1921, alla conquista della maggioranza dei seggi parlamentari o dei comuni o delle provincie, la borghesia armerà il fascismo e lo scaglierà contro di voi. L’ordine costituito lo si difende e lo si combatte fuori del Parlamento….
Ma se il fascismo parlamentare allestisse una legge democratica dovrebbe domani marciare contro il Parlamento uscito dalle sue stesse mani.
Vi sono precedenti di tale natura nella storia, ma è preferibile non ricorrere a queste eventualità. Meglio per la borghesia, una legge elettorale chiaramente… (Interruzioni) e decisamente antiproletaria…
Se la storia è una somma di esperienze, il nostro proletario avverte ogni giorno la giustezza della predicazione comunista, la giustezza della critica di Marx e dell’educazione rivoluzionaria comunista di Lenin.
Proprio in questi giorni, l’anno scorso, Lenin moriva. E non è inopportuno ricordare qui il nostro grande maestro, il condottiero della più grande rivoluzione che la storia del mondo ricordi. In questo momento egli è in questo luogo, in questa assemblea. (Commenti — Rumori — Proteste).
Voci all’estrema sinistra. Viva Lenin!
PELLIZZARI. Qui però c’è Mussolini!
GRIECO. La sua formidabile indagine intorno ai caratteri della dittatura democratica ed al parlamentarismo da cui deriva l’atteggiamento tattico delle masse comuniste di tutto il mondo, ci avverte che tutte le leggi che lo Stato escogita tendono alla sua conservazione. Da questa conclusione Lenin ed i leninisti partono per combattere il tradimento pacifista della social-democrazia, che si adopera alla formulazione delle leggi antirivoluzionarie dello stato borghese. Sulla base di questa conclusione, dalla quale è derivata la tattica bolscevica… (Interruzioni) sull’antiparlamentarismo e sul soviettismo noi abbiamo la certezza che le masse operaie italiane si convinceranno sempre più della necessità della insurrezione e della guerra civile. (Commenti — Rumori).
Poiché la classe operaria è una minoranza della classe lavoratrice, essa non può agire da sola e deve cercarsi un alleato.
Questo alleato non è da ricercarsi nei partiti della democrazia borghese. C’è un alleato storico della classe operaria, il quale soffre la stessa oppressione politica della classe operaia. Questo alleato è la classe dei contadini. (Commenti). Mai come oggi la classe dei contadini poveri, in Italia, ha sofferto la miseria e la fame. (Interruzioni — Proteste).
Tutte le categorie dei lavoratori della campagna sono in fermento.
Il bill Johnson lo aggrava. La miseria dei braccianti meridionali e le sofferenze dei piccoli affittuari e la situazione dei piccoli proprietari sono tali che non è difficile predire che l’insurrezione delle classi lavoratrici contro il fascismo e la borghesia italiana muoverà dalle campagne.
Gli operai debbono tendere la mano a questi fratelli di miseria e di lotta. (Rumori Interruzioni). Costituzione dei comitati operai e contadini. Ecco la parola d’ordine del partito comunista. Solo i comitati operai e contadini saranno in grado, oggi, di lottare per le rivendicazioni immediate di tutta la classe lavoratrice; solo i comitati degli operai e contadini risolveranno domani il problema della produzione e della distribuzione, ed il problema della terra.
In tutti i paesi del mondo si scatena una terribile offensiva contro le classi lavoratrici, contro il proletariato rivoluzionario. All’interno i Governi borghesi perseguitano i partiti comunisti e le organizzazioni operaie: all’estero si accordano per sviluppare un attacco contro il primo Stato rivoluzionario della classe lavoratrice. La politica di tutti i Governi attuali è inspirata da queste due necessità.
La legge elettorale che oggi viene presentata alla Camera trova una situazione nella quale la stampa operaia è soppressa, le organizzazioni operaie e contadine diffidate a non costituirsi, il partito comunista organizzato clandestinamente.
Tutta una nuova legislazione si prepara per legalizzare la lotta condotta in questi anni contro il movimento operaio. Le carceri e i reclusori sono pieni di operai e contadini… (Rumori).
Voce. Ma fascisti!
MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri. Ce ne sono più in Russia!
GRIECO. Le carceri ed i reclusori sono pieni di operai e di contadini, condannati talvolta a pene mostruose. La classe lavoratrice lotta per l’amnistia alle sue vittime. La classe lavoratrice imporrà la liberazione dei suoi figli prigionieri.
La nuova ondata antiproletaria all’interno, se non ci ha spezzata la schiena la persecuzione del ’20-’23, ci trova più saldi e più preparati. Dieci o venti morti proletari saranno una cosa angosciante e penosa, ma in un periodo rivoluzionario il sangue fa germogliare gli eroi, e moltiplica le falangi proletarie. La rivoluzione operaia sarà. Un carabiniere, onorevole Federzoni, non basta ad impedire la marcia proletaria. Ma noi abbiamo anche il dovere di difendere i nostri compagni russi dall’attentato che si minaccia alla loro rivoluzione. La Russia proletaria ha combattuto e vinto per tutti i lavoratori di tutto il mondo. Noi dobbiamo restare al fianco degli operai e dei contadini russi e impedire a ogni costo che la borghesia mondiale si getti su di loro (Interruzioni).
Nel nome di Lenin noi giuriamo che il proletariato italiano difenderà la prima rivoluzione, condizione di vittoria per il proletariato mondiale. Salutiamo la Russia comunista, la Russia della dittatura operaia,…
MUSSOLINI, presidente del Consiglio dei ministri, ministro degli affari esteri. Non c’è più!
GRIECO. …la Russia dei Consigli, del proletariato del mondo sola ed unica patria. Contro la reazione antioperaia all’interno ed all’estero i lavoratori resteranno saldi. Tutti i problemi economici, politici, sociali delle classi lavoratrici sono insoluti. Le classi lavoratrici hanno posto all’ordine del giorno la questione del potere. Il conflitto borghesia-proletariato è affidato alla forza e alla preparazione spirituale e dei mezzi per vincere sul terreno della forza. Il partito comunista mondiale, è l’unico partito che possieda un programma completo di governo operaio. Gettate in faccia ai lavoratori italiani la vostra legge elettorale! I disagi che voi create e le vostre provocazioni si sommano, e li sconterete. Gli operai ed i contadini pagano puntualmente ogni sabato.
Evviva la rivoluzione degli operai e dei contadini d’Italia!
Evviva il partito comunista mondiale, il partito di Lenin! (Applausi all’estrema sinistra — Applausi ironici su altri banchi — Commenti prolungati).

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