Roman Rosdolsky – STUDI SULLA TATTICA RIVOLUZIONARIA

A cura del Circolo internazionalista «coalizione operaia»


«Il crollo senza precedenti della Seconda Internazionale all’inizio della Prima guerra mondiale produsse un enorme sgomento (e anche confusione) tra tutte le forze socialiste di sinistra. Assai presto, tuttavia, iniziò un processo di indagine approfondita riguardo ciò che era avvenuto e una critica spietata (da parte di Lenin, Trotsky, Rosa Luxemburg) – come fondamento di un’opposizione alla crescita dilagante del “socialsciovinismo” e per prepararsi alla rinascita di una nuova Internazionale socialista marxista-rivoluzionaria. Sotto questo aspetto, nessuna delle sinistre del tempo fu tanto implacabilmente energica e tanto lungimirante quanto il leader dei bolscevichi russi, V.I. Lenin.»

«La trasformazione della guerra imperialista in una guerra civile era certamente una questione estremamente difficile e non poteva essere realizzata a piacimento dai diversi partiti socialisti. Nondimeno, questa era l’unica direzione nella quale la “sinistra” avrebbe dovuto lavorare! »

La pubblicazione che presentiamo vede per la prima volta riuniti in italiano, dopo una prima edizione (postuma) del 1973 in lingua tedesca, i due soli capitoli completati di un’opera incompiuta del marxista ucraino Roman Rosdolsky. Nel testo viene presentata e discussa l’analisi di Lenin delle forze motrici e del carattere della Prima guerra mondiale, nonché il concetto di tattica rivoluzionaria che ne deriva. L’autore prende poi in esame anche gli eventi che accompagnarono le trattative di Brest-Litovsk, che, nella sua esposizione, rappresentano una linea di faglia storica attorno alla quale si raccolgono questioni teoriche di fondamentale importanza per il movimento operaio rivoluzionario.


Roman e Emily Rosdolsky negli anni Quaranta

Roman Rosdolsky (L’viv, 1898 – Detroit, 1967)

Figlio di un noto filologo, crebbe in un ambiente nazionalista-ucraino e da studente entrò a far parte del movimento socialista. Durante la Prima guerra mondiale fu membro fondatore dell’organizzazione antimilitarista clandestina “Internationale Revolutionäre Sozialistische Jugend Galiziens” (Gioventù Socialista Rivoluzionaria Internazionale della Galizia), nel 1917 pubblicò la rivista illegale Klyči, dedicata alla lotta contro la guerra. Membro del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Ucraina occidentale, in stretto rapporto con il Partito comunista di Polonia, nel 1925 rifiutò di condannare Trotsky e l’opposizione di sinistra e alla fine degli anni ’20 venne espulso dal partito. Emigrato a Vienna, lavorò per diversi anni come corrispondente dell’”Istituto Marx-Engels” di Mosca. Nei primi anni Trenta si unì al movimento trotskista. Nel 1942 fu arrestato a Cracovia dalla Gestapo e trascorse gli anni successivi nei campi di concentramento nazisti di Auschwitz, Ravensbrück e Oranienburg. Nel 1947 emigrò negli Stati Uniti e, in occasione della rivolta ungherese del 1956 maturò la sua divergenza dalla Quarta Internazionale, dovuta alla perplessità circa la formula che vedeva ancora nell’URSS uno “Stato operaio degenerato”. A lui si devono importanti saggi, tra i quali Genesi e struttura del capitale di Marx (sulla base dello studio dei Grundrisse), Friedrich Engels e il problema dei popoli «senza storia». La questione nazionale nella rivoluzione del 1848-49 secondo la visione della «Neue Rheinische Zeitung» e Il ruolo del caso e dei «grandi uomini» nella storia.


Indice del volume

Maggio 2025, Serie blu, 300 pagine, brossura, illustrato.

Contributo politico consigliato 15 euro più spese di spedizione

Per info e richieste:

coalizioneoperaia.com
movireal@outlook.it

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