
A cura del Circolo internazionalista «coalizione operaia»
«…l’opposizione alla guerra del Partito socialista è appunto il terreno fertile sul quale germoglia la rivoluzione quando le conseguenze tristi della guerra si appesantiscono vieppiù sul popolo. Come tale, agli effetti della rivoluzione in caso di guerra e per effetto della guerra, l’opposizione alla guerra del Partito socialista è appunto un elemento «stimolatore» acuto, violento, «acceleratore» del moto rivoluzionario, perché con la critica aperta, spietata alla guerra, con la continua esposizione dei «mali della guerra», esaspera l’animo popolare su cui la guerra lavora con la fame e con la morte, e lo trascina alla rivoluzione.»
«Indubbiamente tra di voi esistono dei combattenti, ma quanto pochi! Quanti invece coloro tra voi che furono lontani dal vero pericolo, quanti non lo scelsero, come io lo scelsi volontario della mia guerra, quando nessuno mi obbligava! E quanti di voi non hanno guadagnato con la guerra? Voi, i vostri amici di Governo, i vostri congiunti. Fuori i certificati personali, confrontiamoci! Fuori coloro che gridano la parola artificiosa di “disertore”. Non sono disertore della mia guerra! Quanti di voi invece non sono disertori della loro guerra? Quanti dicendo di amare la patria lottarono per la guerra a parole, e ne furono lontani?»
Nel panorama della saggistica italiana non sono mancate e non mancano opere biografiche sulla parabola esistenziale e politica di Francesco Misiano, per quanto frequentemente venate, ieri, da forzature ideologiche funzionali a tentativi di appropriazione ideologica e, oggi, da fraintendimenti che riflettono la tentazione di costruire un personaggio adeguato ai discutibili canoni di un eterno presente teso a proiettare la sua scialba fisionomia su un passato per molti troppo “divisivo”. Ciò che è mancato era un’organica raccolta degli scritti del militante comunista di Ardore.

Francesco Misiano (Ardore, 1884 – Mosca, 1936)
Impiegato delle ferrovie, nel 1908 aderisce al Partito socialista italiano. Socialista intransigente, nel 1912 è tra gli oratori che tengono comizi contro la guerra di Libia. In seguito alla repressione della “settimana rossa” del 1914 è licenziato politico insieme ad Amadeo Bordiga e partecipa con quest’ultimo alla redazione de Il Socialista. Fervente internazionalista, conduce un’instancabile lotta contro l’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale e, a causa del suo impegno politico, viene richiamato nell’esercito, da cui è costretto a disertare in seguito alle persecuzioni dei comandi militari. Esule a Zurigo, entra in contatto con Balabanoff e con Lenin e dirige L’Avvenire del Lavoratore, organo del PSI in Svizzera. Sostenitore della rivoluzione bolscevica del 1917, nel gennaio 1919 collabora alla redazione della Rote Fahne di Rosa Luxemburg e partecipa ai combattimenti degli spartachisti a Berlino. Arrestato, è liberato nell’ottobre 1919 in seguito alla sua elezione a deputato socialista nel parlamento italiano. Assurto a simbolo vivente dell’internazionalismo proletario, diventa l’obiettivo di una campagna persecutoria nazionalista. Vittima di oltraggi e di aggressioni, continua coraggiosamente la sua battaglia politica partecipando convintamente alla fondazione del Pcd’I ed entrando nel suo Comitato centrale. Nel 1922 è costretto ad espatriare per l’intensificarsi delle minacce alla sua vita da parte dello squadrismo fascista con la complicità dello Stato borghese, che revoca ad personam l’amnistia per i disertori di cui aveva beneficiato. Esule in URSS, ricopre incarichi di responsabilità nel Soccorso Operaio Internazionale e nell’industria cinematografica sovietica.
Indice del volume
Giugno 2025, Serie blu, 420 pagine, brossura, illustrato.
Contributo politico consigliato 20 euro più spese di spedizione
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